lunedì 2 gennaio 2012

Finisce meglio che comincia


Il 2011 è finito bene, con gli amici, tutti insieme, piccoli e grandi, per condividere il momento magico dell’arrivo di un nuovo anno.

Quest’anno abbiamo scritto i nostri desideri e i nostri buoni propositi per il 2012 su piccole stelle colorate. Poi siamo saliti in piazza e le abbiamo attacate a due palloncini giganti anche questi a forma di stella e abbiamo lanciato tutto verso il cielo. La foto non è molto buona, anzi un disastro, però si vede l’entusiasmo soprattutto dei più piccoli.

E poi abbiamo condiviso una cena in cui ciascuno porta qualcosa fatta da se. Il nostro contributo sono stati due vassoi di canapè come questo. Il segreto: fatti su fettine di autentico tramezzino italiano!! E anche un vassoio di dolci che non ho fotografato.



E ieri, come di solito, siamo andati  a Barcellona, per pranzare dai miei suoceri. Tutto bene fino qua. Il ritorno verso le 21.30, però, è stato un vero e proprio disastro. Abbiamo bucato una gomma. Non sarebbe stato un problema se due giorni prima non avessimo bucato l’altra e, siccome l’officina meccanica era chiusa per ferie fin’oggi, non avevamo gomma di ricambio. La macchina e mio marito sono tornati a casa con la gru, io e i tre bambini abbiamo dovuto aspettare un tassi. Quindi questo post che dovrebbe essere stato pubblicato il primo gennaio, è stato rimandato a oggi. Speriamo che da questo momento tutto vada per il meglio.

BUON ANNO A TUTTI!!!!!

lunedì 26 dicembre 2011

Me l'avevo proposto

Tra i miei desideri per l’anno che sta per concludersi si trovava finire una copertina di patchwork, fatta in gran parte a mano, che avevo cominciato nel 2009. Passo a passo i piccoli pezzetti di stoffa si sono uniti per formare l'insieme.




Finalmente, eccola! È già sul nostro letto e riempie di colori la nostra camera. Felici sogni!!



sabato 24 dicembre 2011

Auguri

Oggi passerò la mia giornata in cucina: domani saremo 17 a pranzo. Il pranzo più importante dell'anno. E sono felice di celebrarlo da me con tutte le persone che amo.

Però ho voluto sedermi un attimo di fronte al computer per mostrarvi il presepe che hanno fatto i miei figli e per augurarvi tutta la felicità e dirvi

Buon Natale!!!!







lunedì 19 dicembre 2011

IL NOSTRO "TIÓ"





Il nostro “tió” è già arrivato. Come ogni anno, qualche giorno prima di Natale, dalle montagne lontane arriva in tutte le case un pezzo di legno con naso, occhi, bocca e un cappello rosso e nero tipico dei contadini catalani antichi (“la barretina”). I bambini lo nutrono con mandarini, cioccolato e altre cose buone. I genitori, ovviamente, si occupano che nel piatto restino soltanto le buccie e gli incarti. Poi il giorno di Natale si copre con una coperta e si picchia il poverino tió con un bastone mentre si canta una canzone. Lo scopo è che cachi dolci e regali per tutti. Non lo trovate davvero simpatico?




sabato 17 dicembre 2011

Candele natalizie

Natale si avvicina. Anche con i compagni al Liceo abbiamo fatto una piccola lezione pratica. Io e Júlia abbiamo insegnato come fare semplici però bellissime candele di patchwork. Le immagini parlano da sole. Spero che vi piacciano.












venerdì 9 dicembre 2011

Verona e molto di più


Il mio primo rapporto con Verona è stato la nebbia. Una nebbia fitta che nasconde tante meraviglie da scoprire. Ho avuto la stessa sensazione di quando ero bambina e aspettavo con ansia i regali di Natale finché non era arrivato il momento di scartarli. Infatti, quando in quest’epoca dell’anno la nebbia sparisce ci mostra una città bellissima, pulita, vestita a festa: alberi di Natale ben addobbati, bancarelle piene di torroni di tutti i gusti, duri e morbidi; strade per andare a zonzo anche se affollate di gente; turisti che cercano la casa di Giuletta e si fanno scattare una foto accanto alla scultura di questo personaggio che da Shakespeare è diventato il simbolo dell’amore, anzi dell’amore impossibile; piazze ampie con negozi eleganti e ristoranti dove mangiare un piatto di pasta oppure una pizza è un vero e proprio piacere; centinaie di lucine che danno un’aria magica alla città. E poi si trovano librerie, scaffali  e scaffali di libri, tanti nomi conosciuti e tanti altri da conoscere, tante storie da leggere, tante poesie da cui godere.
Insomma, un’atmosfera incantevole dove mi sembrava di trovarmi in un racconto di fate.

Ho avuto inoltre il tempo di fare qualche lezioni di italiano. Che piacere! Ho imparato un sacco di cose, ho ascoltato nuove canzoni, ho visto qualche pezzo di film. Quattordici ore di lezioni in due giorni non è male. Il tempo è passato d’un fiato. Sara, l’insegnante, è una ragazza in gamba che si è impegnata tantissimo. Non so se leggerai questo post, comunque garzie, cara!

Però da questo viaggio, Verona sempre sarà un viso gentile circondato da lunghi capelli castani e ricci e un bel sorriso. Il sorriso di Mammasorriso con la quale dopo esserci conosciute su Internet siamo riuscite a conoscerci di persona. Una tazza di cioccolata calda, tre ore di chiacchierata, scoprire che malgrado le distanze abbiamo tante cose in comune: l’amore per la nostra terra, per la nostra lingua, per il nostro lavoro e, soprattutto, per la nostra famiglia. E abbiamo scambiato auguri di Natale e dei doni fatti proprio da noi stesse. Ecco il cuore ripieno di noccioli di cilegia che mi ha regalato e che mi è piaciuto moltissimo.




Grazie anche a te, carissima, ti voglio benissimo. È arrivata però l’ora di salutarci, abbiamo fatto fatica a separarci, ci trovavamo così bene insieme, avevamo la sensazione che avremmo potuto continuare a parlare per ore. Però per godersi davvero di qualsiasi cosa, è giusto che debba finire, pure il mio soggiorno in Italia.

Sono già arrivata a casa non senza problemi per via della bomba che è stata trovata a Brescia e che ci ha costrette a fare un percorso lunghissimo con l’angoscia di non essere in tempo d’arrivare a prendere l’aereo. Alla fine, però, tutto è andato bene e serverò soltanto i bei ricordi di questo viaggio e di queste conoscenze.

Magari io possa tornare in Italia tra poco! Nel frattempo vi prego di farmela vicina.

venerdì 2 dicembre 2011

148

148 sono gli esami che ho dovuto corriggere durante gli ultimi giorni prima di partire per Verona. Perciò sono stata un po' assente del mio blog e dei vostri. Infine domani prendo l'aereo. Se possibile aggiorno il blog a Verona se non, vi racconto appena tornata.

giovedì 24 novembre 2011

Alla scoperta di... Erri De Luca


Durante l'ultima lezione d'italiano, l'insegnante ci ha fatto ascoltare questo poema di Erri De Luca recitato da lui stesso.

https://www.youtube.com/watch?v=SGfXS45CNOU

A me ha coinvolto, l'ho trovato molto sensibile. Per me rappresenta la profondità delle cose semplici, di tutto quello che a volte non sappiamo valorare perchè ci siamo già abituati. Ascoltatelo, ne vale la pena. Pensavo comprare un suo romanzo (I pesci non chiudono mai gli occhi) a Verona, però sono sicura che prenderò anche un volume della sua poesia.

E poi l'insegnante ci ha proposto un compito che mi è piaciuto un sacco: fare la nostra versione della poesia di Erri De Luca. Eccola! Non siate troppo esigenti con me: è il mio primo poema scritto in italiano, non tradotto dal catalano.



Considero valore l’alba che ci sorprende ancora abbracciati, le chiacchiere delle vicine, i miagolii dei gatti, il rumore della città che si sveglia.

Considero valore un cappuccino bevuto lentamente di fronte a te, l’aroma del pane appena fatto, l’odore delle strade quando cadono le prime gocce di pioggia.

Considero valore il buongiorno dell’autista del 64, una nuova giornata di lavoro, il problema che si può risolvere e quello che rimane, il sorriso di un compagno, la foto di un bambino attaccata in un angolo dello schermo.

Considero valore ritrovare un’amica, passeggiare insieme, ridere per tutto, provarsi vestiti che forse non compreremo. E darle un consiglio e serbare un segreto.

Considero valore fare la spesa, comprare quei cioccolatini che ti piacciono e volare a casa per una bella serata.

Considero valore godersi il tramonto, sentire un leggero brivido, notare il calore del tuo abbraccio e la dolcezza di un bacio sulla guancia.

Considero valore vedere insieme un film di Benigni, addormentarsi sul divano, spegnere le luci, ascoltare il silenzio della notte.

Considero valore il ricordo dei valori che non possiamo ormai condividere.

Teresa Guiluz

sabato 19 novembre 2011

La via del guerriero di pace



La via del guerriero di pace è un’autobiografia romanzata. È la storia di un ginnasta professionista, Dan Millman, che a diciotto anni vinse il Campeonato Mondiale di Trampolino a Londra. Così fu accettato nella squadra olimpionica degli Stati Uniti. Un accidente stradale in cui si ruppe le ossa della gamba destra, cancellò tutti i suoi sogni e il suo futuro come sportivo di élite. I dottori gli dissero che avrebbe avuto problemi motori per sempre e il suo allenatore mise un altro sportivo al suo posto.

Dan, però, non si arrese e fece il miracolo di ricuperarsi della lesione soltanto in un anno, aiutato da Socrate, un vecchio benzinaio che gli insegnò il valore di servire gli altri e la necessità di vivere nel presente. Socrate gli fece assaporire le piccole azioni quotidiane come mangiare, camminare, respirare... Insomma, La via del guerriero di pace è un viaggio all’inferno e ritorno, la storia di una rinascita.

La lettura è gradevole e ci sono momenti di riflessione brillanti:

“Non puoi fare nulla per cambiare il passato e il futuro non sarà mai esattamente come lo pianifichi o come vorresti che fosse. Il guerriero è sempre qui e ora. Le tue sofferenze, le tue paure e la tua rabbia, i tuoi rimpianti e i sensi di colpa, le invidie, i programmi e i tuoi desideri esistono soltanto nel passato o nel futuro.”

“La cosa triste non è la morte, ma il fatto che la maggior parte della gente non vive realmente.”

“Ho lottato con le illusioni per tutta la vita, preoccupato per ogni minimo problema personale. Ho dedicato la mia vita a migliorare me stesso senza mai vedere il vero obiettivo della ricerca. Volevo che il mondo andasse come volevo io, sempre priggionero della mia mente, preoccupato solo di me, di me, di me... Il gigante era questo me, questo ego, questo piccolo io con cui mi sono sempre identificato. E l’ho fatto fuori!”

“Incarna ciò che insegni, e insegna solo ciò che hai fatto tuo.”

Il libro porta un sottotitolo: Un libro che cambia la vita. Infatti ci sono tanti testimoni che parlano di come la lettura di questo libro ha influenziato nella loro vita. Penso che sia possibile. Nel mio caso, però, non è stato così, forse perchè io pratico lo yoga una volta alla settimana e perchè medito diariamente da sola a casa e poi appartengo a un gruppo di meditazione e ci riuniamo anche una volta alla settimana per meditare insieme e condividere le nostre sperienze. Inoltre, di solito applico alle mie azioni quotidiane la respirazione cosciente e provo a vivere nel presente.

È un libro che può servire a trovare la giusta motivazione e l’entusiasmo per le sfide della vita, che può aiutare a imparare ad avere il dominio della mente, a svelare le domande a cui non si sa trovare risposte.
Secondo me però ci sono passaggi troppo fantastici che demeritano quello che dovrebbe essere una storia vera. Direi di più, possono creare un’immagine falsa e soprannaturale di tutto quello che ha a che vedere con la via del guerriero: la consapevolezza, la meditazione, il rapporto fra mente e corpo.

Se i libri di self-help non vi piacciono non vi preoccupate, La via del guerriero di pace è un libro di crescita personale, un racconto epico che ha le sue radici nella quotidiànità.


domenica 6 novembre 2011

Autunno poetico

Campochiarenti (Toscana) Foto scattata da me

Novembre mi porta ricordi che mi fanno del male. Non smette di piovere. Di solito d'autunno è così. E presa dalla malinconia ho pensato a questo poema scritto tempo fa e che parla dell'autunno, forse dell'autunno della vita, di quello che sarebbe potuto essere e che invece si è rovinato per sempre.

Ti chiederò soltanto
che mi guardi con il riflesso
dell'ocraceo stormente
dell'autunno toscano.

Che con il dito
ripassi il mio viso
con l'innocenza di un bambino
che impara a leggere.

Che le tue labbra
non pronuncino nessuna parola
e che chiudano le mie
nel silenzio dell'imbrunire.

Che con le tue braccia
eviti i brividi
che si impadroniscono di me
adesso che fa fresco.

E quando saremo entrati
nelle vecchie dimore
e il buio rimarrà fuori,
potremo condividere nella stanza
il calore dello sguardo,
la finezza del tatto,
la tenerezza del bacio,
la caldezza dell'abbraccio.


Teresa Guiluz. Tradotto dal catalano in italiano.