sabato 28 maggio 2011

Alla scoperta di... Stefania Bertola


“Un libro di racconti è un sacco di Natale, e l'autore dà a ciascun lettore il suo personale pacchetto, con il nastro e il bigliettino.”

Questa è la definizione che Stefania Bertola fa di Il primo miracolo di Georges Harrison che ho appena finito di leggere. Infatti è una raccolta di dicianove racconti sui piccoli imprevisti della vita e dei sentimenti che ci presenta un ampio ventaglio di personaggi e situazioni. Un bambino che tenta di salvare il capitano della sua squadra dal fascino della sua sorella adolescente. Una traversata a piedi a Torino. Una vigilessa inflessibile che prende a calci i gatti nei vicoli e multa tutti con gioiosa perfidia, e poi la sera canta come un angelo. E quello che intitola il libro, una fidanzata che visita la chiesa della Consolata per attaccare al muro un ex voto offerto a George Harrison perché il suo ragazzo è stato per morire folgorato dalla chitarra elettrica.
Nessuno dei racconti ci lascia indifferenti: un sorriso, un po’ di felicità, una piccola tenerezza, un po’ di dolore, un disagio... In realtà ciascun lettore può sperimentare sensazioni diverse. Quello, però, che li rende coerenti è lo stile leggero, elegante, spiritoso, ironico e sorprendente.

mercoledì 25 maggio 2011

Vi raccomando... Il quaderno di Aram


Ho appena finito il corso con i miei alunni di letteratura. In un mese dovranno passare un esame per accedere all’università. L’ultimo libro che viene letto in questo corso è Il quaderno di Aram di Maria Àngels Anglada. È un romanzo che l’autrice aveva concepito originariamente come giovanile. Il risultato finale, però, è valido per tutte le età.

Dalle voce di Aram e sua madre, Marik, vengono raccontate la deportazione e l’assassinio di migliaia di armeni da parte dei turchi. I fatti sono successi dalla fine del XIX siecolo fino il 1919. Fu il primo grande genocidio della storia. Si sa che Hitler lo conosceva perché mentre preparava l’invasione della Polonia, disse ai suoi generali che alla fine la Storia dimenticherebbe tutto visto che nessuno si ricordava già del genocidio armenio. Maria Àngels Anglada lottò tutta la sua vita per preservare la memòria dell’essere umano.

L’autrice combina il quaderno che condividono madre e figlio con documenti reali dell’epoca, testimoni di personaggi in base a persone reali, canzoni tradizionali armenie e poesie del grandissimo poeta armenio Varujan.

Una storia documentata, scritta in un stile sobrio, ma non esente di lirismo. Una storia che colpisce –non mi vergogno di dire che ho anche pianto– che non lascia indifferente nessuno.

E’ stato tradotto in italiano da Maria Suelzu e pubblicato da Angelica editore.

domenica 15 maggio 2011

Ci sono fantasmi?

Cari amici blogger,

qualcuno sa cosa sta succedendo con i commenti? Ho scritto commenti su alcuno dei vostri blog e sono sparuti. Ed è successo lo stesso sul mio blog. :(

Signore fantasma mangiatore di commenti: lo sai come costa a un'apprendista scrivere tre righe in italiano? La prego, mi faccia il favore di diventare vegetariano!

mercoledì 11 maggio 2011

Abbiamo vinto!!


Mancano ancora due giornate e siamo già campioni della “lliga”, ovvero, lo scudetto.
Terzo scudetto consecutivo. Forza Barça! Qui il Futbol Club Barcellona si conosce come “Barça”. Abbiamo una squadra bravissima. Alcuni dei migliori calciatori del mondo. Ogni fine settimana si vede buon calcio. Quello che è insuperabile, però, è lo spiritu che unisce giocatori, allenatori e tifosi. Rispetto al contrario, sforzo, affanno di superazione, lavoro di équipe.

Siamo contenti, sopratutto dopo aver perso la coppa del re. Ora aspettiamo Wembley. Aspettiamo rivedere il miracolo del 92. Incrociate tutti le dita. Mi raccomando!

venerdì 6 maggio 2011

Magliette estive

Si avvicina l’estate. Abbiamo voglia di buon tempo, di mettere nel armadio i vestiti d’inverno. Queste magliette ci ricordano il tempo passato sul mare, un tempo che stà per tornare.

Ringrazio Alessandra Liberato per il dissegno del polpetto. Gentilmente mi ha datto permesso per farne un’applicazione. La balena è un dissegno che abbiamo trovato alcun tempo fa in un libro di patchwork.


Ecco la maniera di trasformare dei semplici magliette bianche in un canto all’estate.

domenica 1 maggio 2011

Alla scoperta di... Cesare Pavese (2)

Sono stata un po’ assente e mi dispiace, ma ho dei giorni impegnatissimi al Liceo, un incarico importante dalla casa editrice e l’inizio del corso di preparazione al CELI 3 ogni venerdì dalle ore 18 alle ore 21 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona fino metà giugno. Esercizi di grammatica, tre comprensione scritte e due composizioni scritte. Inoltre rivedere il lessico, i connettivi, i tempi verbali... Senza dimenticare che i miei figli hanno bisogno della mia compagnia, che vogliono continuare a leggere insieme prima di andarsene a letto, che hanno i suoi piccoli -o grandi, dal suo punto di vista- problemi.


Malgrado tutto, ho già finito La bella estate. Come sempre, Pavese mi è piaciuto, anche se rimane sullo sfondo un sapore agrodolce.

La bella estate (1949) ci parla dell’innocenza perduta, del passaggio da uno stato felice, quello dell’infanzia e dell’adolescenza, a uno stato diverso, la maturità. Ginia è la ragazza modesta che lavora in un atelier e che, dalla mano di Amelia, una sua amica, si trova immersa in un mondo opposto al suo: l’ambiente bohème dei pittori torinesi. Amelia è un personaggio ambivalente. Da un lato, è negativa per quanto rappresenta la corruzione. Da l’altro, è necessaria al compimento dell’evoluzione di Ginia. Ginia si fa guidare da lei in un mondo che non è il suo, verso una vita che non gli appartiene. Per cioè mi è sembrata significativa la battuta finale in cui Ginia dice ad Amelia: “Conducimi tu”. Potrebbe essere che Pavese ci offrisse una metafora della morte come lui la vedeva, terribile ma attraente. Forse non per caso Pavese si tolse la vita appena un anno dopo.

Probabilmente non vi dico niente di nuovo. Credo che La bella estate sia un romanzo che venga letto dagli studenti italiani nei Licei, ma per me è importante fare queste piccole recensioni dopo aver letto un’opera. Addiritura, credo che sia la prima volta che uso il passato remoto e questo per me è una sfida. Fatemi le correzioni che volete. Ne sarò tanto riconoscente.