sabato 21 gennaio 2012

Dove si vendono cerotti per l’anima?

Vi parlerò di un bambino che a sei anni ha perso il padre in un incidente lavorativo. È rimasto a carico di sua madre che ha fatto fatica a soppravivere facendo tutta sorte di lavori. La nonna paterna abita a ottocento chilometri di distanza e le zie paterne non vogliono saperne niente. E poi la madre si sposa un’altra volta e nasce una sorellina. Tutto sembra andare per il meglio quando, senza che nessuno l’abbia invitato, arriva una crisi mondiale. Il patrigno resta senza lavoro e la madre non riesce a trovar niente da fare. Lui è arrivato all’adolescenza, non si sente motivato dallo studio, organizza qualche casino al liceo però non è un cattivo ragazzo. Passano i mesi e la situazione famigliare diventa ogni volta più difficile da sopportare. Presa per la disperazione, la madre si suicida. Questa volta se ne occupa la sorella della madre che ha la sua propria famiglia che si vede costretta ad accettare un ragazzo adolescente all’improvviso. Al liceo diventa insopportabile, interrompe costantemente le lezioni, si riffiuta di ascoltare nessuno inclusa la psicologa... e tutto è una palla di neve che diventa valanga.

Vorrei poter dirvi che è il brutto argomento di un brutto romanzo, però purtroppo si tratta di un alunno del Liceo dove lavoro. Però le cose non si fermano qui. Mi viene a trovare il preside e mi chiede di portare io il suo caso. Non so come si fanno queste cose in Italia, però qui quando un alunno accumula troppe ammonizioni si inizia un processo per  cacciarlo via dalla scuola e mandarlo a casa per qualche giorno. E questa volta tocca a me. E io mi chiedo cosa siamo diventati: burocrati senza sentimenti? una macchina di amministrare “giustizia”? Lo so che gli altri studenti hanno diritto all’educazione, però lui, lui non avrebbe avuto il diritto a una famiglia, a una fanciullezza felice, a una adolescenza normale? Perché non siamo capaci di vedere che quello di cui ha bisogno è dell’abbraccio di sua madre, delle coccole che farebbe finta di rifiutare, dei rimproveri quando fosse necessario? E invece lo trattamo come un bastardino tirato fuori da un canile. Ho espresso il mio disagio, però non c’è stato verso di evitarlo e, dopo aver parlato cn lui e con la zia (tutto si fa democraticamente) ho dovuto mandarlo fuori.

È stata un’esperienza che mi ha fatto sentir male. Al ritorno a casa, di fronte alla farmacia mi sono fermata: penso che no avrebbero saputo cosa darmi per guarire l’anima.

venerdì 20 gennaio 2012

The versatile blogger


Grazie Eu per questo premio! Per me è davvero prezioso poter condividere questo spazio virtuale con tutti voi e imparare tante tante cose. Grazie a voi l’Italia mi è un po’ più vicina.
Ora, stando alle regole, devo scrivervi sette cose di me. Sembra facile, comunque ti metti davanti al computer e... mmmmhhh... cosa dico? Ci provo.

1. mi piace cucinare e mangio troppo di quello che dovrei
2. ho un sogno nel cassetto: diventare scrittrice (e so che non lo sarò mai)
3. ritengo l’amicizia come qualcosa di sagrado
4. mi arrabbio quando le cose non vanno come io vorrei
5. ho un segreto inconfessabile (e siccome è inconfessabile non penso dirlo)
6. detesto le persone che pur essendo consapevoli che non saranno in grado di mantenere le promesse che fanno continuano a farne
7. sono una tifosa della squadra più brava del mondo: Futbol Club Barcelona

Ora toccherebbe a me scegliere i quindici blog a cui consegnare virtualmente questo premio, però con il permesso conceduto da chi me l’ha consegnato non lo farò perché non ne conosco tanti e perché alcuno l’ha già ricevuto. Comunque voglio dirvi che tutti i blog che conosco sono per me speciali e che meritano questo premio e tanti altri.
Un bacione!!

domenica 15 gennaio 2012

Riflessione sul tempo


Ho rimandato la lettura di Camilleri che viene segnalata nella colunna accanto e ho preso un libro in catalano (uno di quelli che mi ho proposto leggere durante l’anno), “El respirar dels dies” (“Il respiro dei giorni”) e l’ho già finito.

Ho goduto della lettura però mi sono resa conto di quanto faccio fatica ancora a leggere in italiano perché questo saggio di 171 pagine l’ho letto soltanto in una settimana, inoltre la settimana in cui ho ricominciato a lavorare!

Perché il ritmo che viene stabilito dal passo del giorno e la notte è così importante per la nostra orientazione e per la nostra salute? È certo che il tempo cura tutto? Quanto tempo ci resta? Che significa, in realtà, “vivere il presente”? Come si capisce che, oggi, nell’epoca in cui la misura del tempo è più precisa non abbiamo tempo per niente? Sono alcune delle domande che si porgono in questo saggio sull’esperienza del tempo. L’originalità del testo non si trova soltanto nella forma peculiare di abbordare il tema, ma anche nell’uso di un linguaggio comprensibile per esprimere idee complesse malgrado un’apparente simplicità.

Credo che non sia stato tradotto in italiano, peccato davvero. Ho provato a fare io la traduzione di un pezzo che trovo interessante e ve lo lascio qui.

“Dare tempo è dare vita. Perciò diventa il regalo più apprezzato, perché chi da’ tempo, da’ se stesso. Da questo punto di vista, il contrario di dare tempo non è guadagnarne né accumularne. Il contrario di dare tempo è, ovviamente, non darne. Però chi non ne da’ non è che ne abbia un sacco ben servato, è che non ne ha. In questo senso la vita non ha una misura, e succede, paradossalmente, che tanto più vita diamo quanto più vita abbiamo.”

Adesso mi intrufolerò nel romanzo di Camilleri e questa volta non lo mollo più!

giovedì 5 gennaio 2012

LeggiAmo

Mi piacerebbe aderirmi alla sfida che propone Mogliemammadonna nel suo blog, però devo ammetere che sono tante le mie limitazioni con la lingua. Quindi scrivo qui la mia proposta di lettura per il 2012 che come potete comprovare è ridotta a metà. Spero che mi farete questa considerazione. Ho anche incluso i titotli in catalano che sono sicura di leggere e prometo che se riesco a leggere tutto questo e no è ancora finito l’anno, cercherò altri titoli.

Libri per l’infanzia

•    Pinocchio, Carlo Collodi, Rusconi Libri

Romanzi

•    Un sabato, con gli amici, Andrea Camilleri, Mondadori
•    Pane e tempesta, Stefano Benni, Feltrinelli
•    I pesci non chiudono gli occhi, Erri de Luca, Feltrinelli
•    La strada, Cormac McCarthy, Einaudi
•    Quando la notte, Cristina Comencini
•    Ali di babbo, Milena Agus, Nottetempo
•    Jo confesso, Jaume Cabré, Proa
•    Laura a la ciutat dels sants, Miquel Llor, Proa

Racconti

•    Racconto di Natale, Giuseppe d’Ambrosio Angelillo, Acquaviva
•    Partita a calcio con Pasolini, Giuseppe d’Ambrosio Angelillo, Acquaviva
·         Cròniques de la veritat oculta, Pere Calders, Proa

Saggi

•    L’insegnamento linguistico oggi. Atti del Convegno per insegnanti di lingua (Roma, 8-10 maggio 2002) a cura di Christopher Humphris, Dilit International House.
•    Lao Tzu. Tao Te Ching, a cura di Brian Browne, Mondadori
•    El respirar dels dies, Josep Maria Esquirol, Paidós
•    Manuale di letteratura italiana medievale e moderna, Alberto Casadei e Marco Santagna, Editori Laterza (vale se mi dedico al paragrafo del primo ottocento?)

Poesia

•    Lo specchio della mente, Dante Maffìa, Croceti Editore
•    Les poesies de C. P. Cavafis a cura de Joan Ferraté

BUONA LETTURA A TUTTI!!!!

lunedì 2 gennaio 2012

Finisce meglio che comincia


Il 2011 è finito bene, con gli amici, tutti insieme, piccoli e grandi, per condividere il momento magico dell’arrivo di un nuovo anno.

Quest’anno abbiamo scritto i nostri desideri e i nostri buoni propositi per il 2012 su piccole stelle colorate. Poi siamo saliti in piazza e le abbiamo attacate a due palloncini giganti anche questi a forma di stella e abbiamo lanciato tutto verso il cielo. La foto non è molto buona, anzi un disastro, però si vede l’entusiasmo soprattutto dei più piccoli.

E poi abbiamo condiviso una cena in cui ciascuno porta qualcosa fatta da se. Il nostro contributo sono stati due vassoi di canapè come questo. Il segreto: fatti su fettine di autentico tramezzino italiano!! E anche un vassoio di dolci che non ho fotografato.



E ieri, come di solito, siamo andati  a Barcellona, per pranzare dai miei suoceri. Tutto bene fino qua. Il ritorno verso le 21.30, però, è stato un vero e proprio disastro. Abbiamo bucato una gomma. Non sarebbe stato un problema se due giorni prima non avessimo bucato l’altra e, siccome l’officina meccanica era chiusa per ferie fin’oggi, non avevamo gomma di ricambio. La macchina e mio marito sono tornati a casa con la gru, io e i tre bambini abbiamo dovuto aspettare un tassi. Quindi questo post che dovrebbe essere stato pubblicato il primo gennaio, è stato rimandato a oggi. Speriamo che da questo momento tutto vada per il meglio.

BUON ANNO A TUTTI!!!!!