domenica 1 maggio 2011

Alla scoperta di... Cesare Pavese (2)

Sono stata un po’ assente e mi dispiace, ma ho dei giorni impegnatissimi al Liceo, un incarico importante dalla casa editrice e l’inizio del corso di preparazione al CELI 3 ogni venerdì dalle ore 18 alle ore 21 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona fino metà giugno. Esercizi di grammatica, tre comprensione scritte e due composizioni scritte. Inoltre rivedere il lessico, i connettivi, i tempi verbali... Senza dimenticare che i miei figli hanno bisogno della mia compagnia, che vogliono continuare a leggere insieme prima di andarsene a letto, che hanno i suoi piccoli -o grandi, dal suo punto di vista- problemi.


Malgrado tutto, ho già finito La bella estate. Come sempre, Pavese mi è piaciuto, anche se rimane sullo sfondo un sapore agrodolce.

La bella estate (1949) ci parla dell’innocenza perduta, del passaggio da uno stato felice, quello dell’infanzia e dell’adolescenza, a uno stato diverso, la maturità. Ginia è la ragazza modesta che lavora in un atelier e che, dalla mano di Amelia, una sua amica, si trova immersa in un mondo opposto al suo: l’ambiente bohème dei pittori torinesi. Amelia è un personaggio ambivalente. Da un lato, è negativa per quanto rappresenta la corruzione. Da l’altro, è necessaria al compimento dell’evoluzione di Ginia. Ginia si fa guidare da lei in un mondo che non è il suo, verso una vita che non gli appartiene. Per cioè mi è sembrata significativa la battuta finale in cui Ginia dice ad Amelia: “Conducimi tu”. Potrebbe essere che Pavese ci offrisse una metafora della morte come lui la vedeva, terribile ma attraente. Forse non per caso Pavese si tolse la vita appena un anno dopo.

Probabilmente non vi dico niente di nuovo. Credo che La bella estate sia un romanzo che venga letto dagli studenti italiani nei Licei, ma per me è importante fare queste piccole recensioni dopo aver letto un’opera. Addiritura, credo che sia la prima volta che uso il passato remoto e questo per me è una sfida. Fatemi le correzioni che volete. Ne sarò tanto riconoscente.

3 commenti:

  1. Ciao Teresa, mi sembra un'ottima recensione, brava! La bella estate è un libro complesso da leggere e da cogliere nelle sue pieghe più profonde. Mi sembra che la tua analisi sul rapporto di Ginia e Amelia e la visione della morte dell'autore sia veramente molto interessante! Complimenti... (Ieri ho partecipato al primo bookcrossing della mia vita: uno scambio di libri programmato dalla Fnac! Pensa che, un po' a senso, ho preso il libro di Bertola che stai leggendo tu ora! Forse me ne avevi parlato qui a Milano e il nome mi era rimasto impresso! Lo leggerò e ne discuteremo! Tra l'altro voglio leggere anche Mal di Pietre e Ali di Babbo! Un caro saluto a tutti! Manu

    RispondiElimina
  2. Cara Manuela, no, non te ne ho parlato, ne sono assolutamente sicura. È un altro fatto che conferma che siamo anime gemelle ;) Pensa però che io leggo lentamente, cioè ne parleremo ma non posso assicurare quando...
    Deve essere interessante partecipare a un bookcrossing, invece io non l'ho mai fatto. Saluti a tutti. Un bacio per te.

    RispondiElimina
  3. Cara Teresa, grazie per aver preso i miei libri, e leggerò con piacere cosa ne penserai dopo averli letti.
    tanti cari saluti
    Giuseppe

    RispondiElimina