sabato 8 ottobre 2011

Il racconto dell'apprendista

Con il permesso del signor Benni, ho scritto un racconto, piuttosto per giovani lettori, come se io fossi un'avventora del suo "bar sotto il mare". Non è un gran che, però per me è stato un buon esercizio di scrittura.

Da piccolissimo ho avuto fama d’intrepido, d’audace. Le notti di paura mi facevano ridere, non me ne fregava niente di andare per luoghi ignoti, da solo e al buio, oppure di entrare nel castello del terrore.

L’estate in cui feci dieci anni, io e i miei andammo in vacanza ad un paesino dei Pirenei. Ci radunammo un bel gruppetto di raggazini di città. Passavamo insieme tutte le ore del giorno, pranzavamo in un soffio e ci rieravamo: la fonte, la foresta, il piazzale della chiesa, addirittura il cimitero. Nessuno voleva andarci, dicevano che era un posto pauroso. A me non faceva paura, infatti fu visto rapidamente e non ci successe mai niente di emozionante. Un mucchio di croci inchiodate a terra, qualche fiore di plastica piuttosto impolverato e qualche lapide che facevamo in modo di non calpestare. Soltanto mi attirai l’attenzione un’iscrizione:

                                               Matteo Giuntoli
                                               16 gennaio 1835

Quello che mi stupì, ovviamente, fu l’assenza della data della morte. Come mai non ci si conosceva quand’era morto? Invece era stato proprio seppellito, certo? Finita l’estate, ciascuno ritornò da se, però il mistero rimase.

Il corso scolastico successivo, la mia vita fece una girata assolutamente inaspettata. I miei decisero di cambiare vita radicalmente. Avevano comprato un’antica casa in quel paesino di montagna e ci trasferimmo definitivamente.

Senza il gruppetto dell’estate, mi annoiavo abbastanza. Per contribuire al mio svago, i miei mi proposero che io facessi le pulizie della mansarda, visto che i padroni precedenti non l’avevano svuotata. Quando avrei finito il lavoro, tutto quello spazio sarebbe per me. Lassù c’era un po’ di tutto: atrezzi e vecchiumi di tutte le epoche, impolverati e pieni di ragnatele. All’improvviso udii una voce che mi diceva:

–Ascoltami, ti prego, non avere paura.
–Eh, invece no, io non ho mai paura. E tu chi sei?

Mi raccontò una storia tanto incredibile quanto certa, ve lo posso assicurare. Era l’erede di quella casa, però aveva voluto girare per il mondo e provare di far fortuna. Perciò si imbarcò per l’America. Poi inviò una nave caricata di richezze da se con l’idea che lui sarebbe tornato qualche mese dopo. Però la nave affondò e l’unica cosa che poté fare fu una mappa con l’esatta situazione dei resti affondati. La conservò con cura perché nessuno in famiglia sua lo credè. Morì ai quarantadue anni per una misteriosa febbre. Però lui non poteva riposare in pace, almeno finché non trovasse la persona adatta per avere cura di quel prezioso documento. Mi fece così pena che gli promessi di averne cura e di farne un buon uso. Detto questo sparì senza che io nemmeno me ne accorgessi e restai da solo con la pergamena in mani. La srotolai e lessi soltanto la prima riga: “Io, Matteo Giuntoli...”

Come potete immaginare, corsi verso il cimitero e mi fermai di fronte a quella lapida intrigante. Mentre la leggevo, provai una nuova sensazione che identificai come paura.

Matteo Giuntoli
                                   16 gennaio 1835 – 26 agosto 1877

5 commenti:

  1. WOW! E invece a me è piaciuto molto! Complimenti cara!

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  2. ...ma brava! Non sottovalutarti!
    Ps. poi mi fai sapere com'è il libro "La via del guerriero di pace"? Un saluto grande

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  3. Grazie di cuore, Tris. Questa piccola storia mi ha permesso usare praticamente per la prima volta il passato remoto. É stata una buona sfida se addirittura piace a qualcuno... ancor meglio! Un bacione.

    Stefania, sì, non ti preoccupare, appena finito ti faccio sapere. Per ora mi piace molto! Grazie del tuo commento. Un abbraccio.

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  4. Brava!Sembra davvero una storia di Benni........... complimenti!Non avevo avuto ancora il tempo di leggerla, ma l'avevo lasciata da una parte come promesso!Continua a scrivere!

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  5. Non esagerare, Federica, spero che Benni non lo sappia mai!! Comunque grazie del tuo entusiasmo! Un caro abbraccio.

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