lunedì 11 luglio 2011

Alla scoperta di... Dante Maffìa (1)

Non capita spesso di conoscere prima l’autore e poi la sua opera. Non voglio dire il nome dell’autore, ma la persona. Invece è quello che mi è capitato. Dal momento in cui ho deciso iniziare questo blog ho fissato due scopi. Innanzitutto migliorare il mio italiano, perciò ho cercato blog di argomenti diversi, che parlassero di tante cose, della vita, della quotidianità, del lavoro, dei sentimenti, della famiglia, del tempo libero... Voglio ringraziare tutti per condividerli con me. In secondo luogo, anche se per me molto più importante, avvicinarmi alla massima espressione della lingua, ovvero alla sua letteratura. Da sempre ho potuto leggere gli autori catalani in catalano e quelli spagnoli oppure sudamericani in castigliano. Dopo aver studiato il francese durante dieci anni sono riuscita a leggere Molière, Racine, Baudelaire, Camus, Sartre... nella lingua in cui loro si erano espressi. Davvero un piacere, una gioia, un’ebbrezza letteraria. E alla fine è arrivato il momento dell’italiano. La mia quarta lingua romanza. Un paio di anni fa ho cominciato i corsi di lingua a Barcellona. Si può parlare di un rapporto amorevole con una lingua? Credo di sì. E ho imparato con avidità, non mi sono mai scoraggiata. Quindi ho anche cercato blog che parlassero dei libri, degli autori, della letteratura. E sono arrivata a L'albero delle mele d'oro, uno dei blog di Giovanni Pistoia, che davvero vi raccomando. È stato lui che ha fatto riferimento a La donna che parlava ai libri, un libro di un autore sconosciuto da me: Dante Maffìa. Il titolo mi è sembrato suggestivo e quando sono stata a Milano durante le vacanze di Pasqua ho voluto acquistarlo. Ma non ho potuto: una piccola casa editrice, ci vuole aspettare qualche giorno, mi hanno detto, e io finivo già il mio soggiorno italiano. Dispiacere. Appena arrivata ho raccontato il fatto a Giovanni. Un paio di giorni dopo ho ricevuto una mail dal signore Maffìa. Mi chiedeva il mio indirizzo per inviarmi il libro come dono.

Ed è stato così che ho conosciuto prima la persona che l’autore e la sua opera. Una persona sollecita, pronta, sensibile. Mi ha sbalordita. Infatti una settimana dopo il postino mi ha portato il libro. Un libro è sempre un regalo prezioso. Quel libro però aveva un valore speciale. Mi è preso il batticuore. Mentre aprivo il pacchetto, le mani trasudate, pensavo al viaggio che aveva fatto il libro fino arrivare da me. Immaginavo un punto sconosciuto di Roma, un palazzo, una stanza piena di libri. Ho visto un uomo che prendeva il libro, lo incartava e scriveva il mio nome e il mio indirizzo con la calligrafia accurata di coloro che abbiamo imparato a scrivere prima dell’esistenza dei computer. Poi l’ho immaginato alla posta. Il libro ha iniziato così il suo viaggio portandosi dietro non soltanto la copertina, le pagine, le parole, le storie e i personaggi, ma anche una dedica. A questo punto l’avevo già sfogliato. Tra le righe si nascondevano la generosità, l’amabilità e la sobrietà di uno sconosciuto con cui comparto, ne sono sicura, l’amore per la letteratura e i libri, e il nome del quale non dimenticherò mai. Ho stretto il volume contro il cuore, il sorriso nel viso, sul punto di scoppiare di felicità.
Poi ho visitato il suo sito. Dante Maffìa è uno dei grandi della letteratura italiana odierna. Non so se riuscirò a leggere tutto quello che ha scritto, sono tante le raccolte di poesia, i saggi, i romanzi.

La donna che parlava ai libri mi accompagna in questo periodo stivo. Ci sono tanti nuovi termini da imparare! Una vera sfida per me però soprattutto un bel tesoro. Le mie parole non hanno importanza in confronto a tutte le decorazioni e tutti i riconoscimenti che Dante Maffìa ha ricevuto al lungo della sua carriera, però sono davvero uscite dal cuore. Grazie, signor Maffìa.

6 commenti:

  1. Che bella esperienza! Dici bene: un libro è sempre un regalo prezioso.. e in questi casi il valore raddoppia! Mi hai incuriosita... Lo metto in elenco dei libri da leggere.

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  2. Grazie del bel post e della citazione. Troppo buona. Il libro di Maffia ha vinto in questi giorni il secondo Premio nazionale di un concorso di narrativa. A presto (e rinnovo gli auguri per tuo figlio)Giovanni Pistoia

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  3. Davvero una bella esperienza.. Anche io ho immaginato il viaggio di questo libro da Roma con il suo autore fino da te! Mi hai fatto venire la curiosità di leggerlo! Lo cercherò , il titolo mi piace moltissimo! Quanto al tuo italiano sei bravissima, davvero, complimenti!!!
    un abbraccio, tris

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  4. Cara Stefania, pensa però che è una raccolta di storie brevi... Comunque spero che ti piaccia! Un caro saluto.

    Grazie a te Giovanni, perfino perché ho già visto il tuo blog. E sì, penso che sia giusto fare la citazione. Sono felice di saper che ha vinto questo premio di cui mi parli. Quando lo finirò ne parlerò. Lentamente lo sto assaporando. Un caro abbraccio.

    Tris, mi fa piacere saper che ho saputo descivere questa sensazione fino al punto di far immaginare agli altri la stessa cosa. E grazie per i complimenti però voglio essere ancora più brava!! Ah! I bambini dicono prima NO di SÌ basilarmente perché foneticamente è più facile di pronunciare la N che la S. Quindi non ti preoccupare ;) Un bacio per te e per il tuo cucciolo (se voule) :P

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  5. cara Teresa...
    che bel post. Sei bravissima con l'italiano ( ma te l'ho detto tante volte) anche più di tanti italiani!!! ma sai anche il francese? ti ammiro molto per la tua tenacia e per la passione che ci metti. Come piacerebbe a me saper parlare altre lingue e ci puoi credere prima fra tutte lo spagnolo...mi piace come suonano le parole quando vengono pronunciate! ma temo di essere un pò negata.
    La tua esperienza con il libro e il suo autore è un ricordo bellissimo da conservare gelosamente...immagino la tua gioia nel riceverlo! e poi, anche se ora noi scriviamo su un computer, nulla può sostituire la bellezza di un libro, il piacere di sfogliarne le pagine, la gioia di leggerne una dedica, i ricordi a cui è legato!
    un abbraccio

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  6. Cara Mammasorriso, grazie delle tue belle parole. Mi sforzo per scrivere bene e mi aiuto dal dizionario, non pensi che lo faccio da sola! Da piccola, il francese era la lingua straniera che se imparava alle scuole, poi è stato l'inglese. Perciò ho cominciato a dodici anni a impararlo. Purtroppo adesso l'ho dimenticato un po'. Però imparare una lingua è come imparare ad andare in bicicletta, non si dimentica mai, serve soltanto ricominciare e ti torna tutto in mente. Sono contenta che tu sia tornata. Un bacio.

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