mercoledì 30 marzo 2011

Vi raccomando... L'ombra del vento


Oggi vi presento L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón. E' un romanzo scritto originariamente in spagnolo. Io l'ho letto in catalano e ho visto che è stato tradotto in italiano e pubblicato da Mondadori nel 2006. Forse l'avete già letto. Se invece non, ve lo raccomando veramente.

Il racconto è ambientato nel lontano 1945 in una Barcellona elegante ma inasprita da aspetti inquietanti della società, dalla repressione e dalla povertà. Protagonista un giovane undicenne, Daniel, figlio di un negoziante di libri usati. Un giorno, il ragazzo, viene accompagnato dal padre nel cuore della città vecchia di Barcellona nel Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui si trovano migliaia di libri di cui il tempo aveva cancellato il ricordo. Qui il ragazzo viene in possesso di un libro dal titolo “L’ombra del vento” di un certo Julian Carax. Dopo aver letto il libro tutto d'un fiato durante la stessa notte, Daniel si rende conto del mistero che vi aleggia intorno. Questo libro "maledetto" gli cambierà infatti il corso della vita. Gli episodi della sua vita si intrecceranno con quelli di Julian Carax e la trama de ”L’ombra del vento” avrà un riscontro parallelo e inquietante con le avventure del giovane. Julian Carax, personaggio chiave del libro, era uno scrittore squattrinato che si era ridotto a lavorare come pianista in un bordello di Parigi. Aveva scritto alcuni libri, letti però solo da pochi e che, comunque, in seguito a strane vicende, erano diventati molto ricercati da qualcuno che, entrato in possesso, li bruciava per cancellarne le tracce. Il libro di cui Daniel viene in possesso sembra essere l’ultima copia in circolazione e, nel corso degli anni, molti tenteranno di sottrarglielo. Daniel, incuriosito da tanto interesse per quelle pagine, cerca di rintracciarne lo scrittore, ricerca che durerà per molti anni e che lo farà maturare. Un libro che appassiona sia per le vicende intricate di passione, d’amore, di vendetta e di mistero. Senz'altro una lettura interessante e coinvolgente. Si legge tutto d'un fiato. Godetelo.

mercoledì 23 marzo 2011

Alla scoperta di... Cesare Pavese


I mattini passano chiari
e deserti. Così i tuoi occhi
s'aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d'immobile luce.
Taceva. Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.

Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest'ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
E' buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.

Cesare Pavese

Non credo che ci si possa ritenere diverso il Pavese poeta di quello narratore. Cioè, tutta la sua opera tra realismo e simbolismo lirico esprime il suo profondo disagio esistenciale. Più di vent’anni fa ho letto (in catalano) Paesi tuoi durante uno esercizio di letteratura comparata che ho fatto all’università. Da quel momento mi è ormai piaciuto. Dopo mi sono avvicinata al poeta attraverso la raccolta Verrà la morte è avrà i tuoi occhi. Ci ho trovato una grandissima sensibilità. Mi sono commossa da un artista pieno di contraddizioni e di conflitti. Come tutti, forse per questo motivo mi è piaciuto.

sabato 19 marzo 2011

Alberi di Natale

Anche se può sembrare strano parlare di Natale quando stà per arrivare la primavera, ho promesso a Mamma sorriso che vi mostrerei i miei piccoli laboretti. Questi alberi di Natale sono fatti dalle mie figlie (in quel momento 7 e 10 anni) e da me. Sono semplici, facili da fare. Le bimbe si sono divertite tantissimo con la macchina da cucire e rimpiendo gli alberi con l’ovatta. Dopo ci abbiamo cucito sonaglietti e palline per renderli più natalizi. Così loro si iniziano nel bellissimo mondo del patchwork.




giovedì 10 marzo 2011

Mal di pietre


Ho finito di leggere uno dei miei regali di Natale, il romanzo di Milena Agus. È la sorta di romanzo che mi piace. L’utilizzo della prima persona, la brevità, la semplicità –e allo stesso tempo la forza– dei sentimenti della nonna della narratrice. Una nonna che viene presentata come la musca bianca della famiglia. Infatti, lei è convinta di essere matta e di non poter aspettare niente che possa riempire la sua vita. Ma all’improvviso conosce l’amore che la turba come mai le era successo.


Un libro che mi ha fatto riflettere sulla stabilità dei miei propi sentimenti, sugli eventi che ci capitano all’inaspettata.

martedì 8 marzo 2011

Festa della donna


Inizio oggi questo blog come un atto simbolico. Sono tante le donne che dobbiamo avere in memoria, donne anonime che ci hanno permesso arrivare fino qui. Donne che hanno detto di no. Donne che hanno lottato a testa alta. E la lotta è ancora viva, perché sono tante donne ancora private dei suoi diritti, della dignità. E come i fiori del mandorlo guardiamo con speranza il buon tempo che arriverà.

Mi piace iniziare questo blog in italiano perché voglio continuare ad imparare questa bellissima lingua, la sua letteratura, la sua cultura. Vi chiedo che scusiate gli errori, vi ringrazierò le vostre correzioni e aspetterò con diletto i vostri commenti. Sono contenta di poter condividerlo con voi e di conoscervi piano.